Canti di partecipazione e di resistenza a Mumbai
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/8696Abstract
A partire dalla costruzione delle prime filande verso la metà dell’Ottocento, Mumbai ha visto la propria fisionomia cambiare con la crescita, l’espansione e, infine, il declino della manifattura del cotone. Tra la fine del Novecento e l’inizio del Duemila si è assistito alla chiusura dei grandi opifici, un processo stratificato, espressione di una moltitudine di concause, che si è soliti ricondurre al più generale concetto di “deindustrializzazione”. Le trasformazioni della città nel corso degli anni sono state e sono ancora oggi narrate dai bardi urbani, lok shahir, i quali, traendo ispirazione dal retaggio folclorico del Maharashtra, hanno cantato la nascita dell’industria, la fatica del lavoro, l’impegno dei lavoratori nei movimenti sociali e politici, la disillusione della deindustrializzazione e, successivamente, l’espulsione di una massa considerevole di persone dalla nuova città post-industriale.
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