Sul comune pedestre
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/6265Abstract
La presenza di danzatori detti “amatori” cresce sulla scena europea da alcuni anni. Dietro a questo termine di amatore, si nascondono a un tempo una varietà di persone, di pratiche e una certa confusione categoriale. Questo articolo s’interessa a un genere specifico di amatori: non i danzatori non professionisti che portano avanti una pratica costante della danza, spesso modellata su un certo ideale di danzatore virtuoso, ma piuttosto i danzatori che definiamo “pedestri”, da una nozione presa in prestito dalla postmodern dance americana. Si tratta di quanti compaiono sulle scene professionistiche, in seguito a bandi di partecipazione, reclutamenti locali, che incarnano la finzione di un danzatore naif, intaccato da nessun allenamento, da nessuna pratica, da nessun virtuosismo e pertanto splendido, perché sfugge alle norme coreografiche dominanti. Si tratta, qui, anche di sfumare questo mito del danzatore naif, rendendo evidenti delle forme di allenamento alternative che consistono nell’improvvisazione, nelle pratiche somatiche, nella composizione istantanea; in ultima istanza, la categoria “pedestre” appare non esterna o opposta a quella del danzatore professionale, ma intrinsecamente legata a questo e persino come finzione prodotta dal mondo della danza contemporanea professionale.Downloads
Pubblicato
2016-07-20
Come citare
Ginot, I. (2016). Sul comune pedestre. Antropologia E Teatro. Rivista Di Studi, 7(7). https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/6265
Fascicolo
Sezione
Dossier: Divenire amatore, divenire professionista (a cura di Margherita De Giorgi e Cinzia Toscano)
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