“Sconfinati” corpi: sull’uso del teatro per insegnare l’italiano ai ragazzi migranti

Autori

  • Maia Giacobbe Borelli

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/6260

Abstract

Aspettando Godot di Samuel Beckett, utilizzato per insegnare l’italiano a un gruppo di adolescenti migranti di un Istituto Comprensivo di Roma. Il laboratorio di teatro ha contribuito a creare un gruppo solidale di alunni, incoraggiando l’apprendimento cooperativo, l’amicizia e gli scambi. Il laboratorio si è configurato come spazio di libertà, dove mettere in scena in modo pacifico i conflitti interiori che sorgono nei ragazzi migranti al momento della costruzione di una nuova identità di tipo multiculturale, con il loro arrivo in Italia. Dai miei studenti ho imparato che il teatro può diventare un modo per intrecciare relazioni significative e profonde tra culture diverse, permettendo di costruire un linguaggio comune e di condividere le proprie differenze.

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Pubblicato

2016-07-20

Come citare

Giacobbe Borelli, M. (2016). “Sconfinati” corpi: sull’uso del teatro per insegnare l’italiano ai ragazzi migranti. Antropologia E Teatro. Rivista Di Studi, 7(7). https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/6260

Fascicolo

Sezione

Dossier: Divenire amatore, divenire professionista (a cura di Margherita De Giorgi e Cinzia Toscano)