Moving in Someone else’s Hands: An exploration of the boundaries between cultural embodiment and individual agency in Dhamāl Sufi Dance
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/4396Abstract
Abstract – ITA
Nell’ambito del fenomeno religioso a carattere mistico conosciuto come Sufismo, il movimento corporeo è percepito ed utilizzato come forma di preghiera per raggiungere la divinità. La danza diviene un rituale, attraverso il quale i devoti possono unirsi con il loro dio. Presso la maggioranza degli ordini Sufi istituzionalizzati in vari paesi, questa danza è generalmente regolata da rigide norme riguardanti sia la possibilità di accesso al rituale che la gamma di movimenti permessi. La danza Dhamāl, praticata da alcuni gruppi Sufi del Pakistan è invece caratterizzata da un aperto accesso al rituale e da un’ampia varietà di possibilità coreutiche a disposizione dei partecipanti. Con un’analisi focalizzata sui confini tra i movimenti di base che i danzatori condividono e le loro soggettive modalità di metterli in pratica, questo saggio esplora lo spazio di agency individuale che questo specifico rituale può creare.
Abstract – EN
Within the mystical branch of Islam known as Sufism, bodily movement is perceived and used as a form of prayer to reach the divinity. The practice of dance becomes a ritual, through which devotees can become one with their god. Among the majority of institutionalised Sufi orders all over the world, this dance ritual is normally regulated by strict norms both regarding the possibility of participation access and the range of movements permitted. The Pakistani Sufi practice known as Dhamāl, instead, is characterized by a relatively open access to the ritual and a variety of choreutic possibilities for the participants. Through investigating the boundaries between the basic movement shared among the dancers and their individual modalities of engaging with them, this paper explores the space of individual agency that this ritual may create.
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