Contro l'oblio: pratiche artistiche e ipotesi di ricerca per la danza del futuro
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/18683Abstract
Le prospettive relative alla documentazione, accesso e ricerca − rilevate all’interno della Convenzione UNESCO e applicate ai beni culturali materiali e paesaggistici − come possono essere applicate allo spettacolo dal vivo, in particolare alla danza? La natura immateriale di quest’arte è testimonianza diretta non solo delle tendenze artistiche dell’epoca in cui si realizza, ma anche di molteplici aspetti culturali che si riflettono nella capacità del corpo danzante di essere archivio di pratiche, identità e soggettività: un sistema attivo che, secondo la visione foucaultiana, opera atti di selezione, conservazione e scarto. Il punto di interesse però a cui la convenzione Unesco ci riporta non è solamente quello di archiviare seguendo una volontà cieca di conservazione − che Hal Foster definisce come “archival impulse” (Foster 2004: 3-22) − ma di mettere in azione una stratificazione di esperienze, saperi, ricerche, ideologie all’interno delle politiche culturali e nella fruizione collettiva, coinvolgendosi attivamente nella pratica artistica. Analizzando l’inclusione della Modern Dance in Germania nelle liste dei beni immateriali e un caso studio come il lavoro di Jérôme Bel per Isadora Duncan, si intende evidenziare la capacita della danza di rimettere queste memorie all’interno di processi trasformativi, in dialogo con le problematiche e le caratteristiche del presente, aprendo ad un nuovo panorama creativo per gli artisti.
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