Miti, interpretazioni e fraintendimenti: l'"autenticità" nella Convenzione UNESCO del 2003 e nella normativa italiana
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2039-2281/18675Abstract
L’articolo indaga uno dei temi maggiormente sensibili quando si parla di patrimonio culturale, ovvero l’autenticità di una determinata pratica culturale e il suo ruolo per la definizione di un’identità comunitaria. Caratteristica fondamentale per molti programmi UNESCO, l’autenticità è formalmente esclusa dal testo della Convenzione del 2003 per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e dalle Direttive operative; eppure, nell’applicazione di questi strumenti, risulta uno dei nodi maggiormente problematici sia per le comunità di praticanti sia per gli organi deputati alla tutela degli elementi iscritti, con evidenti implicazioni di carattere antropologico, politico ed economico. Il contributo riflette sul mito dell’autenticità e sulle sue declinazioni in termini di “proprietà” ed “esclusività” delle diverse pratiche culturali, affrontando l’analisi da una duplice prospettiva; gli sviluppi normativi a livello internazionale e le più recenti determinazioni dell’UNESCO sono poste in dialogo con le interpretazioni giuridiche e dottrinali in ambito italiano, restituendo la complessità di una materia in cui le competenze demoetnoantropologiche si rivelano essenziali per la comprensione della legge e della sua applicazione alle concrete casistiche delle comunità umane.
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